Dal XV secolo – Da guardie papali a difensori della Corsica e la discendenza francese
Nel passato erano molte le famiglie signorili che venivano mandate sull’isola, principalmente inviate dai vari Ordini Cavallereschi da città importanti come Genova, Firenze, Pisa, Roma e Napoli. Le stesse famiglie poi si stanziavano sul territorio per la ripopolazione dello stesso, per rilanciare l’economia interna e per ristabilire un certo ordine politico e religioso che si era andato via via perdendo. Di sicuro la Corsica di quel periodo non era certo meta dove stabilirsi per fare affari, chi vi si trasferiva infatti era solamente perché aveva ottenuto un posto di potere come un incarico politico o militare oppure religioso.
Altro fenomeno che incrementò l’immigrazione di molte famiglie in Corsica fu la “maona”. La maona, infatti, era un consorzio di commercianti – a volte a carattere familiare – che fu impiegato spesso da Genova, soprattutto a cavallo tra XIII e XV secolo, con funzioni di governo.
Gli Altieri nel medioevo appartenevano alla nobiltà, ma non di prim’ordine, dell’isola della Corsica. Essi erano esponenti di quella classe media che fondava la sua ricchezza principalmente sulle proprietà fondiaria di case e vitigni, esercitavano di preferenza gli uffici comunali (furono Padri del Comune, che erano responsabili dell’amministrazione della giustizia, dell’elezione del loro presidente detto podestà ed eleggevano per ogni Pieve un caporale, un magistrato responsabile della protezione e della salvaguardia degli strati poveri della popolazione, incaricato di garantire che i più svantaggiati non subissero soprusi e che fosse loro assicurata giustizia) oppure le professioni di notai, di padroni marittimi e di ricchi commercianti, avevano dei legami con le signorie capocorsine dell’epoca. Infatti Galiotto Altieri (n.1520) quondam Nicolao (n.1490) veniva chiamato per dare pareri come esperto su questioni legali, suo figlio Padron Nicolao (n.1550) veniva chiamato come estimatore e aveva rapporti di affari con Don Cristofaro Tagliacarne, marito di Maddalena Doria, figlia di Nicolò e di Barbara Da Mare. Gli stessi Altieri facevano da garanti per chi chiedeva dei prestiti di denaro.
Nel 1621 Padron Cruciano figlio di Nicolao con la sua tartana trasportava e vendeva il vino che veniva prodotto dai suoi vitigni mentre i suoi discendenti Padron Antonpaolo fu Domenico e suo figlio Antonio nel 1760 utilizzavano le Gondole Ligure. In questo periodo il vino prodotto nel Capo-Corso era considerato di alta qualità. Per questo veniva venduto anche a Roma. Come nel caso di Padron Todesco Altieri (Padre del Comune di Canari) che consegnava, per conto del vescovo di Nebbio, Mons. Giacomo Ruscone, botti di vino al Cardinal Domenico Pinelli (1541 Genova – 1611 Roma), personaggio molto importante, mecenate, uomo d’armi (legato a Ravenna, comandante della marina pontificia) e per varie volte decano del collegio dei cardinali.
Patron Angelo Maria, figlio di Nicolao, si sposò il 10 febbraio del 1620 con l’aristocratica Adriana Lecha (Leca) di Antonfrancesco e di Donna Luciana qm Matteo qm Antonio MATTEI e di Filippina), alleandosi così con una delle più potenti Signorie locali.
Nel 1630, dopo l’ennesima incursione barbarica, i due fratelli Altieri, Cruciano e Angelo Maria fu Nicolao fu Galiotto fu Nicolao trasferirono la loro antica Cappella privata, decorata delle insegne del casato e dedicata alla Madonna del Monte Carmelo, dalla frazione di Stazzona (Barrettali) alla Chiesa di San Pantaleone, venduta a duemila lire con l’incarico di celebrare delle messe.
Nel 1666 Padron Domenico Altieri figlio di Cruciano (membro della Confraternita della Santa Croce) e la sua famiglia vivevano nella frazione di Conchiglio, l’anno successivo assieme alle famiglie del defunto Lovico Altieri fu Angelo Maria, in quanto nobili, risultano essere esenti dalle tasse come anche i loro discendenti nel 1726-1728. Domenico, grazie all’influenza di suo figlio padre Giovan Battista (priore del Convento dell’Ordine dei Servi di Maria), fu il primo (almeno in Corsica e secondo i documenti ritrovati sino ad oggi) ad essere sepolto all’interno di una parrocchia. Sepoltura avvenuta nel cimitero della Santissima Annunziata di Reverendi Padri de Servi di Conchiglio (antico convento del frati dell’O.S.M.), come richiesto nel suo testamento del 25 novembre 1671.
Nel 1768, con il trattato di Versailles, la Repubblica di Genova offrì la Corsica come garanzia per i debiti contratti (pari a circa due milioni di lire genovesi) verso il re di Francia Luigi XV, che aveva inviato proprie truppe sull’isola a sostegno di Genova contro i Còrsi in rivolta.
Genova, già in bancarotta, non fu mai in grado di onorare i suoi debiti e così la Francia assunse quasi immediatamente l’iniziativa militare di occupare stabilmente l’intera isola, che fu conglobata da allora e fino alla Rivoluzione francese, nel “patrimonio personale” del re di Francia.
Il 30 novembre 1789 un decreto proclama la Corsica “parte integrante dell’Impero Francese”. Lo stesso anno, il Generale Paoli si recò a Parigi con il permesso dell’Assemblea Costituente e fu rimandato in Corsica con il grado di generale. Disgustato dagli eccessi della Rivoluzione Francese e accusato di tradimento dalla Convenzione, convocò un’assemblea a Corte nel 1793, con lui stesso come presidente e si separò formalmente dalla Francia. Nel 1794, il notaio Costantino, in qualità di Sindaco, partecipò come membro della comunità di Barrettali alla Consulta Generale di Corte per la creazione del Regno Anglo-Corso, che approvò l’azione del Generale Paoli e si pronunciò per la rottura con la Francia. Aderì alla Costituzione del Regno di Corsica, che fu la prima scritta in lingua italiana, approvata dal Consiglio Generale come Monarchia Costituzionale, con 12 titoli e 75 articoli. Il Regno Anglo-Corso durò solo due anni.
Nel 1788, il notaio Costantino Altieri (1747-1825), fu Donato, fece restaurare la cappella privata Nostra Signora del Monte Carmelo, fondata nel 1630 da Padron Nicolao e i suoi figli, situata nella chiesa di San Pantaleone.
Costantino fu eletto sindaco di Barrettali nel 1816. Durante la carica di sindaco denunciò alle autorità Angelo Felice Mattei, detto il “Gigante”, per disturbo alla quiete pubblica. I parenti di Angelo Felice, tempo dopo, denunciarono Costantino per falso in atto pubblico. Sembra che egli acquistò per se un Mulino e, in quanto notaio, scrisse e firmò l’atto di vendita al posto del venditore che era già morto tempo prima. Nel 1820, a seguito di questa denuncia e accertata la realtà dei fatti, fu deposto dalla carica di sindaco e gli fu negata la possibilità di esercitare la professione come notaio. Gli venne tolto ogni bene e infine fu bandito dalla Corsica. Morì da mendicante a Livorno il 23 giugno del 1825.
Nel mese di marzo del 1817 Donato Altieri di Barrettali, fu Costantino, ebbe una grave emorragia nasale mentre era a Marsiglia. Dopo la sua guarigione commissionò un ex-voto offrendolo alla cappella della sua famiglia (dedicata a Nostra Signora del Monte Carmelo), costruito nella chiesa parrocchiale di San Pantaleone.
Louis Altieri (1890-1973) era un’industriale di Marsiglia, uno dei primi promotori del turismo in Corsica, Presidente della Federazione dei sindacati di iniziative, fondatore e Presidente della S.H.R.M. (Société Hôtelière et de Ravitaillement Maritime), Comandante della Legione d’onore e Cavaliere del Santo Sepolcro e del Merito Marittimo, fu anche sindaco di Barrettali dal 1935 al 1947.
LEGIONE D’ONORE FRANCESE: François-Marie Altieri, banchiere (n. nel 1861 † nel 1944), Comandante Louis Altieri, industriale (n.1890 † 1973), Cavaliere Georges Altieri, Cavaliere Roger Altieri (n. nel 1931 † nel 2011), Cavaliere François-Xavier Altieri (n.1842), Joseph-Marie Altieri (n.1876), François-Xavier Altieri-Leca (n.1897), Joseph-Marie Altieri-Leca (n.1902).
SINDACI di Barrettali: Carlo Francesco Altieri dal 1805 al 1806, Costantino Altieri (notaio) dal 1816 al 1820, François Marie Altieri (banchiere) dal 1925 al 1935, Louis Altieri (industriale) dal 1935 al 1944.
NOTAI: Donato (‘700) e suo figlio Costantino (sindaco di Barrettali).
PRETI: Frate Giovan Battista (OSM) fu Domenico nell’antico Convento dei frati Servi di Maria, Padre Domenico fu Antonpaolo parroco e economo della Parrocchia di San Pantaleone.
ALLEANZE: Biaggi (XX° sec.), Calizi (XX° sec.), Germoni (XX° sec.), Giordano (XX° sec.), Leca (1620), Mattei (fine XVI° sec.).
PARENTELE: Philippart de Foy, Bertoleoni.
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